È
da molto tempo che la Nostra Associazione segnala i rischi di un
collasso economico e sociale se non si salva la realtà politica che
di diritto spetta a Trieste, in primis il nostro Porto Franco,
anch'esso oggetto di un tentativo politico di smembramento, come
anche tutta l’Area Franca industriale in cui è inserita
l’Alcatel-Lucent.
Tutt’oggi gli imprenditori e i lavoratori del nostro territorio
stentano a comprendere la necessità di unirsi per uscire da questo
stato di cose. Ancora oggi, la via dell’assistenzialismo e del
lavoro precario è accettata come se fosse una necessità da cui non
si può fuggire...NON È
COSÌ. Noi abbiamo un
nostro Territorio, abbiamo diritto alle nostre leggi e, soprattutto,
abbiamo il diritto di lavorare e di vivere da esseri umani e non
asserviti a una classe di incapaci ed arroganti servi di partito che
hanno portato al fallimento gran parte delle nostre attività a
favore delle loro tasche, già gonfie delle nostre tasse. Questo è
il “made in Italy”
Per
quanto ci riguarda, ogni perdita di posti di lavoro sul nostro
Territorio è una inaccettabile ferita al cuore e faremo di tutto per
sanarla e restituire benessere ai nostri cittadini. Non lo faremo con
i “bla bla” ma con le azioni, sino a che tutti i diritti negati
saranno riconosciuti. Noi siamo per il “made in Trieste”
E VOI? Ve la sentite di condividere queste battaglie?
La chiusura dell’Alcatel-Lucent è un fatto grave, ma
la rilevanza dell’evento risulta essere distorta a livello
mediatico: in altri termini, non viene dato risalto all'evento in sè,
quanto esclusivamente al numero di persone che erano occupate nella
fabbrica. Altri 800 posti di lavoro persi sono una tragedia. Ma chi
ne è responsabile? L’azienda stessa? O i motivi possono non essere
legati alle volontà dell’azienda? Quanto incide un regime di
tassazione assurdo e distruttivo di tutte le nostre attività?
Sono molte, troppe le aziende e le attività che hanno
già chiuso a causa della speculazione finanziaria cui, con grande
enfasi, tutte le forze politiche italiane hanno aderito (salvo rare
eccezioni), la quale ha inevitabilmente messo in ginocchio l’intera
economia.
Come funziona? Il concetto è fin troppo semplice: per
mantenere in piedi le speculazioni finanziarie a favore della BCE (si
veda in seguito per una piccola spiegazione in merito) i partiti
italiani che si sono impossessati delle varie amministrazioni, con in
testa il PD, hanno continuato a massacrare di tasse i cittadini e le
aziende. Appare dunque ovvio che una qualsiasi azienda, qualora se ne
presenti l’opportunità, decida di trasferirsi altrove, per non
pagare dazi e balzelli assurdi. E, di rimando, si trova nella
condizione di licenziare, come nel caso dell'Alcatel-Lucent, molte
persone.
Si sbaglia chi punta il dito verso l’azienda: questa
non nasce per creare lavoro, ma per generare un utile. Se questo
utile viene meno, l’azienda potrebbe non avere più un interesse a
mantenere la struttura. Nel caso dell’Alcatel-Lucent, la situazione
è ancora diversa: a mettere in crisi i conti dell’azienda sono le
infinite tasse e balzelli a cui è sottoposta, aspetto che la spinge
a cercare altra locazione. In sostanza, la causa di tutti i mali non
è la contingenza economica in sé, ma chi, questa contingenza
economica, l’ha provocata: la sempre più corrotta, inutile e
costosa partitocrazia italiana..........(to be continued)