IMPORTANTE !!!
Il Coordinamento dei Lavoratori Portuali Trieste, chiede
all'Autorità Portuale, di fermare l'iter per la cessione del capitale sociale
della società Adriafer s.r.l. che gestisce la manovra all'interno del porto
Internazionale di Trieste.
La vendita di quello che a tutti gli effetti risulta essere un
patrimonio pubblico, non risulta giustificabile né da motivazioni economiche,
visti i risultati positivi in termini di fatturato, né è coerente con gli
accordi internazionali firmati dall'Italia nel 1947 a Parigi che diede vita al
Trattato di Pace e il suo Allegato VIII.
Fintanto che il governo non farà chiarezza e non emanerà i decreti attuativi per porre fine a questa situazione lasciata in sospeso ormai da anni e che riguarda l'applicazione dell'Allegato VIII nel Porto Internazionale di Trieste, risulta assurdo procedere alla vendita di un servizio strategico per il funzionamento del porto stesso andando anche a rischio di creare un danno erariale.
Infatti come si evince dall'Allegato VIII del Trattato di Pace del 1947, Adriafer s.r.l. non è una società che opera nel porto ma un servizio di pubblico interesse facente parte del porto stesso e che deve restare sotto il totale controllo dell'Autorità Portuale.
La cessione di Adriafer, in mano ai terminalisti, e con l'affiancamento di due imprese ferroviarie Serfer, e la F.U.C. (Ferrovie di Udine e Cividale ),e il mantenimento delle quote al 20% da parte dell'Autorità Portuale ,risulta più dettata da ordini di scuderia che da un senso logico di affrontare la questione.
Ci domandiamo inoltre come possano già essere noti i nomi e le percentuali delle ipotetiche interessate a rilevare le quote di Adrifer s.r.l. poiché, nel caso in cui venisse la vendita di tali quote da parte dell'Autorità Portuale, si ricorda che dovrebbe essere indetto un bando di concorso a livello internazionale.
Risulta evidente ancora una volta la poca correttezza nel rispettare lo status speciale del Porto Internazionale di Trieste e di osservare e far applicare questo status riconosciuto anche dalla legge italiana.
C.I. legge 3054 del 1952, legge 84/94 art. 6 comma 12
Fintanto che il governo non farà chiarezza e non emanerà i decreti attuativi per porre fine a questa situazione lasciata in sospeso ormai da anni e che riguarda l'applicazione dell'Allegato VIII nel Porto Internazionale di Trieste, risulta assurdo procedere alla vendita di un servizio strategico per il funzionamento del porto stesso andando anche a rischio di creare un danno erariale.
Infatti come si evince dall'Allegato VIII del Trattato di Pace del 1947, Adriafer s.r.l. non è una società che opera nel porto ma un servizio di pubblico interesse facente parte del porto stesso e che deve restare sotto il totale controllo dell'Autorità Portuale.
La cessione di Adriafer, in mano ai terminalisti, e con l'affiancamento di due imprese ferroviarie Serfer, e la F.U.C. (Ferrovie di Udine e Cividale ),e il mantenimento delle quote al 20% da parte dell'Autorità Portuale ,risulta più dettata da ordini di scuderia che da un senso logico di affrontare la questione.
Ci domandiamo inoltre come possano già essere noti i nomi e le percentuali delle ipotetiche interessate a rilevare le quote di Adrifer s.r.l. poiché, nel caso in cui venisse la vendita di tali quote da parte dell'Autorità Portuale, si ricorda che dovrebbe essere indetto un bando di concorso a livello internazionale.
Risulta evidente ancora una volta la poca correttezza nel rispettare lo status speciale del Porto Internazionale di Trieste e di osservare e far applicare questo status riconosciuto anche dalla legge italiana.
C.I. legge 3054 del 1952, legge 84/94 art. 6 comma 12
